Mercoledì, 06 Maggio 2009 01:28

Boicottiamo "Generazione 1000 euro"?

Scritto da  Gerardo

Diamo spazio all’amara riflessione di Luigi Iannello, che dalle pagine del suo blog mette a fuoco alcune contraddizioni, più o meno interne, al film recentemente uscito nelle sale, dal titolo Generazione 1000 euro. Giungendo a invitare al boicottaggio della pellicola stessa.



Boicottiamo il film "Generazione 1000 euro"

Leggo con tristezza che l'attrice Valentina Lodovini s'è presentata alla presentazione del film Generazione 1000 euro, di cui lei ne è protagonista, vestita di sana pianta da una casa di moda fiorentina del lusso. Cioè, lei che impersonifica, rappresenta nel film le difficoltà a vivere, della generazione nata negli anni 70 di cui anch'io ne faccio parte, si abbiglia con abiti e scarpe di quelle major aziendali che ostacolano la crescita dei più giovani stilisti e che ci fa vivere in povertà! A me sembra una caduta di stile imperdonabile, e quindi, sia perché la signora Valentina Lodovini alla faccia dei suoi coetanei che non riescono a vivere, ostenta con il suo total look Ferragamo, azienda che giudico assolutamente mafiosa e terrorista sia per situazioni personali che leggete nel mio blog che per l'assoluta arroganza che hanno nel vestire un'attrice che per il ruolo interpretato nel film doveva paragonarsi ad una persona comune che cliente extra lusso, di non andare a vedere il film Generazione 1000 euro che comprare abiti e accessori Ferragamo. Sono anch'io un attore anche se non ho professato tanto tale professione, ma credo che se interpreti una ragazza che a stento riesce a vivere e raffigura le condizioni contemporanee della sua generazione è assolutamente impensabile che si vesta con prodotto extra lusso che sono rivolti a gente piena di soldi, la quale se ne infischia della generazione 1000 euro e anzi la sfrutta e la sottomette per arricchirsi ancora di più. Da ciò, reinvito a boicottare i prodotti Ferragamo e il film Generazione 1000 euro. Anche i ricchi clienti di Ferragamo dovrebbero capire che non è un'azienda seria che non ha calcolato, solo per visibilità, che avrebbe danneggiato un'attrice raffigurante una realtà precaria, vestendola.


Luigi Iannello, http://luigiiannello.blogspot.com

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